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Catasti e fonti fiscali a Firenze e ricerca genealogica

 

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Per quanto riguarda i catasti fiorentini, dobbiamo innanzitutto distinguere tra catasti cittadini, catasti del contado, e catasti del distretto che ebbero date differenti dopo la prima rilevazione:
Nel frattempo le fornisco gli estremi in mio possesso

Città:

1) 1427
2) 1430-1433
3) 1441
4) .....
5) 1480

Contado

1) 1428-1429
2) 1435 (detto estimo)
3) 1451
4) 1458-1460
5) 1469-1471
6) 1480
7) 1487-1490 (detto estimo)

Distretto:

1) 1429

 

 

Alcuni esempi di utilizzo delle fonti fiscali

 

 

Probabilmente neppure io mi sono spiegato bene: ho incontrato il cognome Piccardi solo nel 1427, mentre negli anni precedenti ci sono solo i nomi Piccarda e Piccardo, ma la ricerca non è finita.

Oggi ho ripulito la portata del catasto del 1480 della vedova di Francesco di Paolo, Agnese, e ho trovato delle stranezze:

- Agnese non è la prima moglie. E' nata nel 1430, quindi è di 25 anni più giovane di Francesco.

- Francesco è morto nel 1479 a 75 anni

- Agnese dichiara sue figli "di detta Agnese": Antonfrancesco di anni 11 e Guidantonio di anni 9

- Non possono essere figli di Francesco per motivi anagrafici, e anche la vedova specifica "di detta Agnese"

- Le portate del 1491 presentano un' ulteriore stranezza:

- Ho letto tutte le portate del popolo di San Miniato a Scò e ho trovato Niccolò con il figlio Paolo, ma non i discendenti di Francesco

- Però un altro dichiarante specifica, fra i confinanti dei suoi beni "redi di Francesco Piccardi"

- Poichè "redi" non indicava delle persone, ma "l'eredità di..", adesso so che devo cercare Guodantonio e Antonfrancesco, ossia mi devo rileggere tutte le portate. (a meno che non siano rientrati a Firenze e abbiano dato inizio ai Piccardi di Bagno a Ripoli e di Firenze. Cosa questa che mi farebbe quadrare molte cose.

 

 

Non ricordo se e ho inviato lo stralcio della portata al Catasto del 1457 di
Francesco di Paolo Piccardi, nel quale descrive i confini di una proprietà.

Io ho avuto fortuna con i notai perchè ho individuato quelli che operavano a Piandiscò (c' è un elenco per nomi e uno per località),

ma pescare quello giusto fra i tanti di Firenze...

 

Il punto di partenza è stata la Decima Granducale del 1776, centrata sul comune di Castelfranco di Sopra.

 

 

il microfilm delle nascite, morti, matrimoni dal 1/06/1808 al 30/04/1814

 

il censimento toscano del 1841

 

 

 

 

 

 

 

 

Intervista a PAOLO PICCARDI

 

Sono d'accordissimo sul fatto che la mera ascesa su per i rami dell' albero genealogico è un esercizio simpatico e interessante, ma che poco ci dice sulla vera vita vissuta, che si può ricavare da altre fonti, che non siano le mere registrazioni di battesimi, matrimoni e morti.

La mia esperienza è stata particolarmente fortunata, perchè, pur senza averlo preventivamente programmato, mi sono ritrovato ad aver percorso un cammino abbastanza spedito e conseguente, e forse può servire per le sue ricerche.

Come già ebbi modo di scriverle, da quando misi piede nell' archivio di Fiesole, le mie ricerche furono benedette dall' abbondanza di dati, che qualsiasi registro mi forniva, perchè i miei, benchè abbondanti, rimasero fermamente radicati in un minuscolo territorio.

In pochi mesi misi insieme i dati relativi a più di 500 Piccardi. Con un semplice programma in DOS raggruppai i dati trovati e con un bel programma, chiamato ANCESTRY, costruii l' albero genealogico, che l' archivio di Fiesole mi aveva consentito di risalire fino ai primi del 1500 (ma i dati più antichi riportavano anche i nomi dei padri e dei nonni, che arrivavano al 1400)..

Facendo un passo indietro, occorre ricordare che, prima dell' inizio delle ricerche, nessuno dei Piccardi viventi conosceva il nome del bisnonno, che esistevano tre stemmi differenti con differenti didascalie e origini, che i nostri nonni vivevano da contadini e che non c'era memoria di condizioni di vita diverse nel corso dei secoli.

Quindi, un ramificato albero genealogico di quasi 6 secoli era un bel passo avanti, anche se vi era incasellata solo la metà dei Piccardi trovati, perchè mi mancano collegamenti certi, specialmente per l' 800 e il 900, periodi certamente meno interessanti.

A questo punto ho abbandonato Fiesole e mi sono rivolto all' archivio di stato per trovare i fatti della vita e ho preferito seguire il denaro.

Il punto di partenza è stata la Decima Granducale del 1776, centrata sul comune di Castelfranco di Sopra.

Ho deciso questo tipo di approccio perchè si trattava della prima indagine molto accurata, e i fatti mi hanno dato ragione: per ogni individuo viene dettagliatamente descritta non solo la registrazione patrimoniale, ma anche gli estremi dei rogiti di acquisto dei beni elencati.

Setacciando i registri dei notai menzionati dagli atti relativi ai Piccardi ho trovato altre notizie impreviste, relative a testamenti, doti ecc.

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cioe' ha trovato dati relativi a secoli precedenti ? si puo' spiegare meglio magari con qualche esempio ?

Allora: dalla prima indagine sulla decima granducale del 1776 ricavai non solo l'elenco dei beni posseduti, ma anche gli estremi dei rogiti di acquisto.

Ho ricavato i nomi dei notai, mi sono messo a leggere pazientemente i loro registri ed ho trovato quello che mi aspettavo, ossia i rogiti di acquisto di cui sopra, ma anche cose che non speravo di trovare, quali le vendite, i testamenti, i patti dotali. A volte nel rogito si fa riferimento ai rogiti precedenti di acquisto e così via.

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Al termine di questa prima ricognizione ho capito che i Piccardi dell' epoca erano possidenti, che qualcosa derivava da proprietà antecedenti e che altri beni erano stati accumulati da almeno tre Piccardi, fattori dei Medici e degli Inghirami.

Dai rogiti era saltato fuori anche che, mancando in Toscana il diritto di primogenitura, alla morte del capofamiglia i beni venivano suddivisi fra i figli maschi, mentre alle femmine veniva assegnata una congrua dote.

Ecco che viene spiegato come, nel corso del tempo, le ricchezze si accumulavano e poi si disperdevano.

Dalle registrazioni di morte, raccolte precedentemente a Fiesole, mi ero accorto che i Piccardi, ovunque morissero, venivano sepolti nel sepolcreto di famiglia in S. Miniato a Scò, almeno fino a quando fu consentita la sepoltura all' interno delle chiese.

Ho quindi rintracciato l'archivio della soppressa compagnia dell' Assunta di S. Miniato a Sco e ho avuto la gioia di trovare pagine e pagine autografe della dozzina di Piccardi che si sono succeduti, fra il 1638 e il 1740, nella carica di Camarlinghi. Bellissime le calligrafie del 1600. Tutte fotografate.

Sono passato allora al mitico catasto del 1427, dal quale è saltato fuori che di Piccardi c'erano solo i due fratelli Francesco e Niccolò, che erano arrivati a Firenze da un paio d'anni, provenienti da Roma, che abitavano in San Niccolò e che avevano comprato un podere a Piandiscò, in quel di Campiglia. Il mio quadro era completo.

Perchè si fossero poi ridotti a fare i coltivatori diretti non mi risultava chiaro, ma la verità è venuta fuori poco alla volta, con i catasti del 1430, 1433, 1441, 1444, 1457, 1480, 1491 (e non ho ancora finito).

Ecco il fatto saliente: nel 1431 la Biagia, moglie di Francesco di Paolo Piccardi, viene condannata al confino (isbandita da Firenze) e a 1000 Fiorini di multa (da notare che fra casa a Firenze e podere a Pianciscò la spesa totale era di circa 500 fiorini).

Ecco che i Piccardi cominciano a vendere pezzi di terreno per pagare la multa, ed ecco perchè non rientrano a Firenze (la condannata era la Biagia, ma anche Francesco dichiara di essere "isbandito senza colpa").

Non so se lo stesso sia accaduto ai Carnesecchi, però devo dire che la pratica del confino era abbastanza frequente.

Nel corso della ricerca degli atti del processo alla Biagia, che non ho ancora rintracciato, sto trovando ordinanze di confino emesse dai Signori Otto e del Giudice degli Appelli a ogni piè sospinto.

Quando una fazione vinceva, l'altra veniva spedita lontano. Impressionante il numero di bandi di confino al rientro di Cosimo a Firenze nel 1434, con premio di 1000 fiorini oro a chi uccideva un confinato, al quale non era permesso avere contatti con la città, neppure in forma epistolare, e i familiari che fossero andati a trovare un confinato, compresa la la moglie e i figli, non avrebbero potuto fare ritorno a Firenze. Ecco da dove nasce l'isolamento, accresciuto anche dall' impoverimento.

Quindi, per rispondere alla sua domanda, ci sono due tipi di impoverimento: quello legato ad eventuali condanne, anche per motivi politici, e quelli derivanti dalla frammentazione dei beni fra gli eredi.

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uno perche' fu bandita la Biagia ? ( mi colpisce questo bando ad una donna ! )

Solo in una denuncia dei redditi viene indicato "per possessione turbata" e per questo sto sfogliando l' archivio del giudice degli appelli, per vedere se trovo gli atti del processo. Come ho detto, la pena è molto grave e non riesco a capire che genere di reato possa essere stato.

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Per quanto riguarda i Carnesecchi, ritengo probabile che la ricerca presso gli archivi parrocchiali possa portare almeno fino agli inizi del 1500, ossia dove sono arrivato io. A questo punto si può cominciare l'indagine presso i vari catasti e capire se c'è collegamento fra i suoi, quelli fiorentini, quelli di Cascia, i senesi eccetera.

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non pensavo che con le chiese si potesse risalire a dati precedenti al concilio di trento. Quale tipo di documenti

Infatti, anch'io sono rimasto sorpreso, ma credo di aver capito che, specialmente nel caso dei matrimoni, il prete aveva la duplice funzione di notaio (per i patti dotali fra quelli che non avevano i soldi per pagare il notaio) e di pubblico ufficiale. Credo di aver capito, infatti, che il matrimonio consisteva nel dare l'anello di fronte alla porta della chiesa. Ogni tanto, poi, il prete raccoglieva gli estremi di coloro che si erano scambiati l'anello nel periodo (un mese o anche molto più).

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Quindi, il procedimento che ho seguito io, e che mi sembra abbastanza razionale, è il seguente:

1. scavare negli archivi parrocchiali fino a dove è possibile, cercando un aggancio con i catasti del 1400

2. proseguire con le denunce dei redditi successive

3. ricavare da questi catasti i rogiti notarili di acquisto o di vendita

4. battere a tappeto i protocolli dei notai di famiglia

Se avessi cominciato dai catasti, dal Monaldi, dalle carte dell' Ancisa ecc. sarei andato per strade che non mi avrebbero portato a niente.

Si faccia dire a quale parrocchia appartenevano i Carnesecchi nel 1600-1700 e vedrò fra le compagnie soppresse.

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Quelli di Firenze a Santa Maria Maggiore di quelli di Lorenzana , quello che ad oggi so e' che arrivarono poco prima del 1760 a Tremoleto (oggi comune di Lorenzana (Pisa) )

Vedrò cosa c'è all'archivio di stato su Lorenzana e se c'erano compagnie soppresse dal Granduca Pietro Leopoldo

Fra le Compagnie soppresse ce n'è una di Lorenzana, la compagnia di S. Rocco e S. Sebastiano.

Stasera mi sono scartabellato l'archivio della Compagnia di S. Rocco e S. Sebastiano di Lorenzana e Tremoleto.

Gli atti vanno dal 1648 al 1780, comprendono le elezioni ai vari incarichi, i censi e livelli, i libri di entrate e uscite.

Purtroppo i Carnesecchi non vengono mai nominati.

(NB arrivarono poco prima del 1760 a Tremoleto )

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Salutoni

P.

scavare negli archivi parrocchiali fino a dove è possibile, cercando un aggancio con i catasti del 1400

ad esempio ?

Seguendo il denaro, come sempre. La chiesa è stata sempre attentissima e molto scrupolosa nella difesa dei diritti accampati sui propri beni, ben definiti con l'indicazione dei confinanti, dei venditori, dei livellari ecc. (questo senza limitazione temporale, anzi, i documenti più antichi conservati sono proprio quelli relativi al patrimonio). Anche le visirte pastorali servivano a verificare la "contabilità". Credo che a Lorenzana abbiano copia degli inventari dei beni della parrocchia. Io ne ho trovati di dettagliatissimi, con piantine, indicazione di case e confini, elenco delle famiglie ecc.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Necrologio" di S. Maria Novella : testo integrale dall'inizio (MCCXXXV) al MDIV corredato di note biografiche tratte dai documenti coevi / [a cura di] Stefano Orlandi o.p. ; presentazione del P. Innocenzo Taurisano. - Firenze : Olschki, 1955. - 2 v. (LVI, 642 p., 24 c. di tav.; 713 p., 16 c. di tav.) : ill. ; 25 cm

 

Eusebio Cirri,"Necrologio fiorentino"

 

 

C'è un brevissimo trafiletto su Mari Bartolo che nel 1954 vende un pezzo d'orto.

Per quanto riguarda i Segnini...niente!

Sui Baldesi: Un frate Matteo morto nel 1340, che è stato anche priore.2)Baldesi Leone, nobile fiorentino e ultimo della famiglia che con un suo lascito ha consentito la messa in opera di un pavimento a più colori nel 16763) il personaggio più interessante con oltre 10 note, tra cui un testamento, è di attribuzione doppia. si parla sia di Baldesi Turino sia di Di Baldese Turino.E' stato il benefattore di S.Maria Novella.

Nei prossimi giorni ti scrivo il testo del Mari e quello dei Baldesi.

 

 

 

 

 

 

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ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia agosto 2003